Il canto e i suoi benefici

Negli ultimi anni ho avuto il grande piacere di imbattermi nella Cantoterapia, sorella meno conosciuta della musicoterapia, e di scoprirne le grandi potenzialità. Dopo una specifica formazione ho iniziato così a portarla all’interno del lavoro, soprattutto nella sua declinazione di Canzone-d’autore-terapia.

Cantare è come parlare: un atto istintivo. Cantano tutti i popoli, tutti i luoghi, tutti i tempi e tutte le età. Secula seculorum. E come il parlare diventa poi anche fatto sociale e culturale. Ma non solo. Cantare è da sempre istintiva azione terapeutica e di sostegno nelle situazioni più difficili e disperate. Cantavano i contadini nei campi, le mondine nelle risaie, gli schiavi nelle piantagioni di cotone, i prigionieri, i soldati al fronte… Dove c’è canto c’è sostegno, c’è conforto, c’è una possibile guarigione. E a ragion veduta! Oggi infatti, grazie a specifiche ricerche scientifiche sappiamo che, al pari dell’ascolto e della produzione musicale, l’azione canora ha realmente il potere di influenzare in modo benefico la fisiologia e la psicologia umana, ossigenando e stimolando alcune aree del cervello, stimolando la produzione di ormoni, favorendo l’espressione di sè e delle proprie emozioni. Tanto da poter innescare anche importanti trasformazioni di stato.

L’azione benefica del canto è comunque nota fin dall’antichità, ne parlano, solo per citarne alcuni, Aristotele, Platone, Pitagora e i medici Ippocrate e Galeno; nell’ultimo secolo la sempre maggiore coscienza delle capacità curative del canto, ne ha notevolmente ampliato gli usi e favorito la nascita di numerose metodologie di applicazione.

In cosa consiste precisamente?

Il lavoro cantoterapico si concentra sul raggiungere una conoscenza approfondita della propria voce e su quello che essa esprime della personalità, sull’allenarla per acquisirne padronanza e allo stesso tempo potenziarla. Le sue zone di attenzione e azione sono la respirazione, la postura, la potenza muscolare, il corpo in genere, le vibrazioni sonore, che dagli spazi di risonanza si spandono in tutto il corpo. Sostanzialmente è un lavoro con e sulla propria voce che non si discosta molto da quello dei cantanti, degli attori o di chiunque sia nella situazione di dover padroneggiare la propria voce, ma ne differisce ampiamente per le finalità, che non sono nè estetiche nè di prestazione, ma puramente di sostegno e di aiuto alla crescita della persona, non è necessario infatti saper cantare: è un lavoro che tutti possono fare.

Agendo su e attraverso l’apparato respiratorio, motorio e ovviamente fonatorio si ottengono un’ampia serie di trasformazioni psico-fisiche utili per molti disturbi, ma anche come strumento di conoscenza e potenziamento di sè o semplicemente come prevenzione. L’esercizio consapevole e regolare della propria voce contemplato dalla cantoterapia viene attuato attraverso eserciziari ricchi e diversificati, adattabili alle diverse situazioni.

Un consistente spazio viene dato anche all’aspetto creativo, quindi alla produzione di testi e melodie, definita, la canzone-d’autore-terapia, appunto, tecnica principiata dalla stessa musicoterapia, ma che non poteva, per ovvie ragioni, non confluire nella cantoterapia.

Gli ambiti di intervento

Anche gli ambiti di intervento sono molteplici, sia nell’area delle problematiche più gravi (disturbi del linguaggio post ictus, balbuzie, deficit dell’attenzione, autismo e molto altro), sia al di fuori della patologia, nella sfera della conoscenza di sè e della crescita personale. Personalmente, laddove può risultare idoneo, utilizzo i principi della cantoterapia accanto a quelli del Voice Dialogue, sia nelle sessioni individuali, sia in quelle di gruppo. Nello specifico Il mio canto libera è un percorso creato ad hoc per i gruppi.

Se l’idea ti attrae puoi contattarmi, ti aspetto!