Capire, dal latino “capere” = prendere.

Se ti capisco ti prendo, sei mio, sei mia, non c’è più qualcosa di sconosciuto in te che mi spaventa.

Se ti capisco ti vedo e mi diventa chiaro perché mi hai fatto così male e nasce spontaneo il perdono. E anche tu hai la stessa meravigliosa possibilità: se mi capisci mi vedi, mi prendi, mi riconosci e ti diventa chiaro perché ti ho fatto male.

A volte è così facile capirsi, a volte è la cosa più difficile dell’universo ed ecco il conflitto. Non solo non ti capisco, ma non voglio neppure capirti, mi si rivoltano le budella al solo pensiero, eppure, è proprio questo il caso in cui, se ci riesco, si aprono squarci nel cielo e sento i cori degli angeli. Lo stesso per te.

Ecco, la forma più alta di amore, secondo me è desiderare profondamente di capirti e capirmi. E possiamo assieme volerlo tanto, lavorarci entrambi senza mollare e infine riuscirci. Perché prima o poi ce la fai.

Oppure posso volerlo solo io. Allora ci lavoro da solo e alla fine… ti capisco. Capisco anche perché ti sei allontanato/a, perché tu non hai voluto capire, perché hai bisogno di stare altrove. E va bene così e il tuo abbandono-rifiuto, diventa molto meno doloroso.

Se siamo amanti, solo se ti capisco posso decidere liberamente se continuare a stare con te o meno, se siamo parenti, solo se ti capisco ho modo di fare evolvere un sistema di legami all’interno del quale, volenti o nolenti, ci troviamo.

Capirsi è decifrare un rebus che apre le porte della libertà.

© Federica Vignoli 2023 – Grazie per citare la fonte in caso di utilizzo