Forse sto per dire qualcosa di impopolare, ma… non sono un cercatore di luce (né di tenebre, ovviamente), sono un esploratore.

Sforzarsi di stare nella luce non può solo che nutrire il buio. La luce piena è un buio rischiarato dalla coscienza che lo ha attraversato, non rifuggito.

Sono un essere umano e come tale, per mia natura, faccio esperienza della dualità, della molteplicità; per quanto dolorosa, della spaccatura. E il mio compito è quello di unire, in me, o almeno di provarci, non di lacerarmi ulteriormente.

Cammino sul sentiero e sto con il dondolare fra giorno e notte, inspirazione ed espirazione, sole e luna, cielo e terra, inferno e paradiso… Sono l’uno e sono l’altro.

Se sono un cercatore è di armonia, di equilibrio, fra tutti i pezzi che vado raccogliendo e conoscendo.

Che cos’è questo cammino se non la ricostruzione del mosaico che rappresenta chi sei? Perché possa rivelare i suoi colori. Semplicemente. Come un albero o un cespuglio o un gatto?